22/6-23/6 Palermo-Torre Battilamano-Castellana Sicula

Lo scopo del mio viaggio nella bellissima Sicilia è quello di promuovere uno stile di vita piú sostenibile. La prima tappa è  ricca di avvenimenti e di paesaggi.
La traversata notturna va piuttosto bene, se non fosse per il fatto che mi sono accorta di aver lasciato o perso il cavetto carica cellulare, che per il mio cellulare,un blackview da cantiere, è diverso e difficilissimo da trovare.
Avvicinandomi alla costa guardo con sospetto le montagne che si tuffano letteralmente in mare e penso “Oddio, le devo superare per arrivare ad Enna…aiuto!!”
Sbarchiamo con circa 45′ di ritardo, e perdo un’ oretta a Palermo alla ricerca del maledetto cavetto. Risolvo il problema prendendone uno che non funziona troppo bene, ma sarà sufficiente fino a quando potrò ritirare quello originale  ad Enna.
Decido di lasciare la visita di Palermo al ritorno, se ne avrò le forze, ma sapete che non amo girare le città in bici e Palermo è davvero caotica, come diceva Jonny stecchino “Il problema di Palermo è il traffico” . Come temevo, al  primo incrocio capisco di essere completamente invisibile agli  automobilisti. Bene, presa coscienza di ció mi adatto…. E sí che la bici ha il culone voluminoso e pesante!!!

Dopo 10 km di caos infernale, che mi ricorda la tappa dello scorso anno a Salerno, finalmente  imbocco la provinciale per Aspra e inizio a costeggiare il promontorio di Capo Zafferano.

Le gambe rispondono bene ai dolci saliscendi , nonostante la mattina abbia mangiato solo una banana, datteri e albicocche , vado meglio di quando mi “abbuffo”. Bellissimo il promontorio e l’ acqua è cristallina…a Capo Zafferano mi fermo per ben due nuotate, il fondale é sassoso e pieno di pesci e polpi, l’ acqua trasparentissima.
Uscita dall’ acqua inizio a chiacchierare con la signora a fianco, il tutto nasce perché mangio i datteri e le mandorle e lei mi spiega che da poco ha iniziato a mangiare mandorle e altri semi per avere piú energia e che si sente meglio, ecco che allora entro in scivolata con il fatto che sono vegana e…udite udite…lei e il marito sono invitati ad un matrimonio vegano…wow! Il vegano che si sposerà è un collega del marito con il quale cerco di fare un po’ di outreach, ma vedo che non ha voglia ed è preso dai figli, così passiamo a parlare dell’ orto e poi io rientro in acqua e li saluto. In acqua quasi sbatto contro un sup, il ragazzo mi chiede “ Tu sei in bici con la maglia Vegan?” e io rispondo “Sí, voglio promuovere un’ alimentazione etica a base vegetale, che funziona anche per gli sportivi” e lui “Beh ma non per gli agonisti” e io “Certo, anzi molti professionisti diventano vegan per aumentare le energie, e comunque andare per molti km carichi è quasi agonismo”.
Ritornata in sella mi dirigo verso la statale, che costeggia la costa sali e scendi con panorami bellissimi. Sulla via incontro Fabrizio che sta salendo su una city bike, coraggioso!
Prima di Termini Imerese mi superano nonno e nipote su un trabiccolo che ha la forma di uno scooter con  pedali, tipo Ciao e non fa rumor. Vanno poco più veloci di me, cerco di raggiungerli per chiedere che diavoleria è, ma non riesco. La parte storica di T.I è interessante, ma la piana industriale è una desolazione, pensate che ai lati dell’ inceneritore ci sono persone, e non poche, che stanno facendo il bagno benché ci sia un chiaro e logico divieto di balneazione…brrr che orrore! Nonostante ciò mi  fermo a pochi chilometri da Termini, nel camping di Torre Battilamano e domattina proseguiró per qualche km prima di fare il bagno. L’ odore di carne alla brace è devastante e mi mette un po’ di tristezza, ma mi spinge a lottare. Domani continuerò con la mia maglia Vegan ben visibile!!

Il 23 la giornata inizia molto presto, con la sveglia alle 6, colazione con metà melone avanzato dalla sera prima, una manciata di mandorle e pochi datteri. Quando finisco di preparare sono le 7.30 e parto verso Campofelice di Roccella. Sulla via mi fermo a chiedere delucidazioni sulle strade agli agenti della polizia stradale, che si dimostrano molto disponibili.

 

A Campofelice non faccio il bagno perché il tempo mi ispira poco ma perdo un sacco di tempo a cercare l’ ingresso della Conad dove faccio  rifornimenti per la scalata: biscotti di avena, banane e pane di segale che salva sempre!

Imbocco, finalmente, alle 9.45, la provinciale 9 per Collesano e pochi metri dopo vedo un gattino pronto per attraversare la strada, mi fermo per prenderlo ma si nasconde sotto l’ auto parcheggiata… cerco di convincerlo ad uscire a tutti i costi, ma scappa e attraversa una recinzione …speriamo abbia capito…
Esco dal paese ed inizio la scalata che mi accompagnerà per 13 km fino a Collesano. Il paesaggio è brullo, arso dal sole e le prime vette si stagliano imponenti come intagliate da una grande mano…quella della natura. La terra è secca, rocciosa e l’ erba chiede acqua, un’ acqua che qui si fa desiderare. Inizio a pedalare con la mia maglia maglia Vegan anche se da bianca  è diventata nera nera.

A Collesano arrivo verso le 11.30 e vado subito al comando dei carabinieri per essere sicura che le strade siano tutte percorribili. Suono ed esce un tipo in bermuda e t-shirt, la divisa della domenica, che mi informa sul percorso. Decido di visitare il piccolo borgo e fare una sosta.

Un’ ora e qualche banana e biscotti dopo riparto per Scillato. I paesaggi si fanno sempre più impressionanti, sono quasi lunari, pedalo lenta per godermeli metro per metro. Fa caldo, oggi lo scirocco attanaglia e fa sudare. Mi fermo all’ ombra di un olivo per riprendermi, poi, proprio quando le borracce piangono, ecco un abbeveratoio con acqua freschissima, mi bagno bevo e riparto col doppio delle forze, l’ acqua ė proprio vita! Ho scoperto che i guantini bagnati aiutano a sopportare il caldo.

All’ entrata di Polizzi vado a vedere la chiesa della Commenda e guardate chi trovo…

Polizzi Generosa è al termine di una generosa salita. Borgo spettacolare, che racchiude tantissime epoche a partire dal periodo ellenico. Popolato solo da pochi vecchini,che seduti fuori dal bar  mi scrutano cercando di capire  perchè sono qui . Ogni volta che chiedo informazioni mi viene fatto il terzo grado e i complimenti, neanche fossi un eroe. Visitata Polizzi, che merita un bel giro a piedi, proseguo verso Castellana Sicula.

Sulla strada incontro due gruppi di inglesi che soggiornano in una villa  vicino, sono 22 coppie che fanno baldoria, pori vicini. La prima coppia mi dice che anche la loro figlia va in giro per l’ Europa in bici da sola campeggiando dove capita, e non  sembra tanto preoccupata come lo è invece mia mamma quando ne parla.
A Castellana Sicula decido di fermarmi e mezzo paese si muove per aiutarmi, prima chiedo ai vigili che gentilissimi, mi dicono di mettere la tenda nel parchetto della villa Falcone e Borsellino. Prima di sistemarmi vado alla rosticceria di fronte comunicando al proprietario che mi sarei accampata lì salvo parere contrario.  Gli viene un’idea migliore, forsr posso accamparmi nel giardino  del ristorante/agriturismo di amici suoi, Villa Padura. Li chiama e sono d’accordo, posso mettere la tenda da loro. Arrivo alle 18 e alcune persone stanno andando via dopo aver festeggiato una Comunione. Giornata dura, penso, e infatti sono tutti stanchi. Mi posiziono e poco dopo arrivano Renzo, Manuel e Kevin (se ho sbagliato qualche nome perdonatemi, ma ho conosciuto davvero tante persone tutte insieme), tre giovanissimi incuriositi dalla mia tenda e da quello che faccio. Sono simpatici e curiosi. Poco dopo arrivano Elio, Gandolfo e Angelica che molto gentilmente mi offrono una doccia e una pizza vegan, buonissima. Mi accolgono quasi come una di casa. Con Alessandro chiacchiero un po’ di decespugliatori e altri strumenti di lavoro. Sono tutti simpaticissimi, cuochi compresi, ma mi congedo presto per riposare. Sono felice di aver conosciuto persone cosí ospitali e cordiali, sono proprio queste persone che rendono i miei viaggi unici. Un grazie di cuore soprattutto a Elio e Gandolfo che mi hanno permesso di campeggiare li.

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