12- Bovalino-Lipari

Questa è  stata una tappa piuttosto anomala: treno, nave, bici, nave, arrivo. Per spostarmi da Bovalino a Lipari in giornata non potevo fare tutto in bic,i quindi ho deciso di fare la costa calabrese con il treno da Bovalino a Villa s.Giovanni, traghetto per Messina, bici Messina- Milazzo e poi traghetto.

Lascio Mater Felicia con un po’di tristezza, questa settimana è passata in un attimo e mi sono trovata davvero bene! Voglio ringraziare Alessia, Marco e Gisella per avermi fatto sentire a casa! Sono davvero persone speciali e sono contenta di averli conosciuti!

Il treno delle 7.38 a Bovalino parte puntuale, ha anche lo scomparto per le bici e gradini bassi per facilitare la salita… sono forse tornata in Lussemburgo? Sinceramente mi aspettavo un catorcio dell’800 con 4 gradini su cui issare la bici. A metà  viaggio, però, si scopre che le porte sono rotte…ahhh ok ora mi tranquillizzo, ho capito che non sono tornata  in Lussemburgo.

Qualche dettaglio tecnico; se arrivate dalla costa ionica, come me, dovete cambiare a Reggio Centrale. Tecnicamente il cambio doveva essere scorrevole, arrivare sul binario 1 e partire da binario 1, ma dato il guasto del primo treno devo cambiare binario quindi giù dalle scale con cavallo in spalla! L’ ipotesi ascensore non aveva nemmeno sfiorato le particelle più remote del cervello ed eccolo invece, varcato l’ultimo gradino, stagliarsi sulla sinistra un ascensore… vabbé dai ora lo uso per risalire… arrivo al binario 3 GUASTO…eh ti pareva… vabbè. Raggiungo il binario e carico il cavallo dal culo pesante sul trenino. Se vi capitasse fate il biglietto anche per la bici, io alle macchinette non ho trovato l’ opzione e in stazione a Bovalino non c’ era un cane a cui chiedere. Il controllore del primo treno, molto alla mano mi aveva detto che andava benone cosi, mentre il secondo “calizzero” (calabrese-svizzero) mi ha fatto pagare il supplemento.” E sti cavoli”, gli ho detto,”ci fosse un piffero di informazione sulle norme bici-treno”, non si capisce mai nulla e cambiano da regione a regione…vabbé, 5 euro regalati alle efficienti e meravigliose FS.

Arrivati a Villa è molto semplice, basta scendere nel sottopasso e seguire indicazioni “traghetti”. Il prezzo per bipede più bicicletta è 3 Eur e la traversata dura circa 15 min.

Arrivo a Messina poco dopo le 11, ho il traghetto per Lipari alle 18.15 e Milazzo dista poco più di 60km facendo la costa, quindi me la prendo con comodo.

Anche uscire dal porto è facile e poi bisogna seguire litoranea nord e poco dopo inizia una ciclabile che costeggia il mare fino quasi all’ uscita da Messina. Passata Messina e il circondario un pochino caotico si raggiunge Capo Peloro in un attimo. Qui decido di fermarmi per il primo bagno. Dovrebbe essere una riserva naturale ma passano anche le moto d’acqua a filo costa, quindi attenti se siete amanti delle nuotate. La particolarità è che si è sulla parte più stretta dello stretto e si vedono i monti calabresi che scendono sul mare!

L’acqua è limpida quindi decido di fare una breve nuotata, poi un bel caffè al ginseng per svegliarmi perchè ieri sera abbiamo fatto le ore piccole a chiacchierare.

Da Capo Peloro a Villafranca Tirrena la strada è bellissima, immersa nel verde o, per meglio dire, nell’ arancione della natura aspra e arida della Sicilia. Ad un certo punto si sale lievemente sul livello del mare e lo spettacolo é entusiasmante, coste rocciose e mare verdissimo. Appena si scende si incontra S. Saba e qui decido di fermarmi per la seconda nuotatina della giornata prima che inizi la trafila di paesini che mi accompagnerà fino a Milazzo. Al posto delle boe vicino riva che delimitano la zona sicura hanno ancorato bottiglie di plastica…geniale!! Mi sono  cambiata dietro una barchetta cercando di nascondermi il più possibile dato che ho dimenticato l’ asciugamano a Felicia.

Sento parlare i locali, sembra di essere con Montalbano, il dialetto siciliano mi piace tantissimo, anche quello calabrese non mi dispiace, ma quello siciliano è il migliore, dopo il toscano ovviamente!

Da Villafranca iniziano una serie di paesi e diventa più monotono. Ad un certo punto devio seguendo l’indicazione del santuario Ecce Homo, ma dato che non lo vedo e la strada prosegue in salita decido dopo pochi km di tornare indietro. Comunque ne è valsa la pena, ho avuto un piccolo assaggio dei monti Siciliani. Mi piacerebbe poter fare anche la Sicilia, ma questa volta non ho tempo, dedicherò un’altro viaggio solo alla Sicilia.

Dalle parti di Spadafora, non ho memorizzato il paese esatto, incontro questo bellissimo castello del XIII secolo che si affaccia sulla spiaggia. Quelli che l’hanno costruito dovevano essere i miei predecessori, altro che monti e alture, a due passi dal mare…me li immagino col costumino che se ne vanno in spiaggia.

Esattamente di fronte al castello c’è un bellissimo parco giochi con tanto di attrezzi fitness, proprio non me lo sarei aspettato, soprattutto mi stupisce che non siano stati vandalizzati o devastati.

Milazzo è ormai vicino e dato che c’è una Decathlon di strada ne approfitto per recuperare un asciugamano decente.

Arrivata in prossimità del porto inizia il delirio, non si capisce un cavolo. Parking, ticket. Io il ticket ce l’ ho e mi hanno detto che posso tenerlo su cellulare…No signora (grrrr…signora) deve farlo stampare in biglietteria e allora gira indietro, torna in biglietteria, aspetta che apra e fallo stampare. Ritorno all’imbarco, passo le sbarre e le poche indicazioni si dissolvono completamente nel nulla… io bella bella mi fermo al primo attracco ma poco dopo scopro che è  in fondo, nella direzione USCITA…sì tutto chiaro.

L’imbarco con bici per me è sempre un po’ complicato perchè non sono semplice bipede, ma nemmeno automobile o moto, quindi mi devo fare grossa e sgomitare per farmi rispettare dai mezzi a motore!

Finalmente ci imbarcano, mi pregusto una bella sdraio o sedia sul ponte ammirando il paesaggio e, invece, le opzioni sono due: o dentro sulle poltrone a 10 gradi con climatizzatore a palla e tv accesa, oppure a poppa con vista orribile. Scelgo comunque la seconda perché la prima proprio non mi piace.

Dello sbarco e di Lipari vi parlerò nel prossimo post!

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